Spett. Eco della Città intendo
fare alcune considerazioni da semplice cittadino in merito all'art. "La Strada" di Martedì 27 Maggio 2014 a cura di E.
Galeazzi. Al di là del dovuto rispetto del dolore per chi ha avuto la perdita
di un congiunto, ai cui esprimo
solidarietà umana, occorre a mio avviso fare dei ragionamenti a mente serena.
Innanzi tutto vorrei sottolineare che utilizzare il dolore delle persone (come
è apparso a chiunque abbia letto l'art.) per sostenere le ragioni del si alla
strada, sia cosa da non farsi: non è bello e neppure giusto ma chiedo venia se
così non fosse.
Considerato quanto
scritto, ci sovvengono spontaneamente una certa quantità di osservazioni. Seguendo il
ragionamento su cui l'articolo ci ha voluto portare, dovremmo pensare che nelle
tangenziali o nelle autostrade, dove vi sono gli spartitraffico, le doppie
corsie, gli autovelox, i divieti di superare i 90km/h, questi incidenti non accadono.
Non avvengono con la stessa o maggiore gravità? Basterebbero sei, otto Corsie? E una volta arrivati allo sbarramento estremo
della città di Milano che facciamo? E della
politica del trasporto pubblico che tanto ha imperato in tutti questi anni, dal
pm 10, alla chiusura totale del traffico, all'eco pass etc, per limitare il
traffico che ne facciamo? Abbiamo scherzato?
Proviamo ad andare sulla Milano /Venezia (credo otto corsie) alle ore 8.00 oppure
alle 17.00 di un giorno qualsiasi, hanno risolto il problema tutte quelle
corsie? Vedremmo il delirio in diretta, la storia della straordinaria follia umana.
In tutti questi anni che ho vissuto
nell' Abbiatense mai, dico mai nessuno ha detto no completo alle strade: né i sindaci,
né i cittadini, non credo neppure i 14000 che hanno firmato contro la
tangenziale, tanto meno le amministrazioni direttamente interessate.
Hanno
sempre parlato di riqualificazione delle strade esistenti, di promozione della
politica del trasporto su rotaia, metropolitane, treni-autobus a metano, car
sharing, piste ciclabili e via dicendo in un'ottica di umana vivibilità, di
buona qualità della vita. Ed ancora: è per caso sorto nella zona un movimento
" Sì alle rotonde, togliamo i semafori? Non mi pare. E del nostro tesoro, del nostro
oro verde, del patrimonio agricolo e naturale, dei nostri paesi e dei parchi
ereditati, che dovremmo farne? Barattare
tutto per un piatto di lenticchie? Amiamo, amate il nostro territorio perché
esso ci ha accolto, ci ha amato, sfamato e ci riempie gli occhi di storia, di
bellezza, di verde. Costruire poi l'assioma, c'e stato un incidente grave, quindi
occorre fare un'autostrada a sei corsie
a pagamento e una Tangenziale Esterna nella
stessa piccola area del Parco Agricolo Sud,
è una tale forzatura da far torcere lo stomaco a tutte le persone di buon
senso.
Per far dire alla gente "sì alla Tangenziale" , occorre fare
viaggiare i pendolari come bestie, con pochi treni, fargli fare lunghe code sulle
strade, non bisogna togliere i semafori, non fare le rotonde, non fare le piste
ciclabili, occorre snaturare l'umano. Occorre avere una visione non in linea
con il patrimonio culturale, agricolo, ambientale ed umano ereditato. Oppure
occorre avere degli interessi personali, politici, economici, magari di
tangenti visto il panorama odierno di corruttele. E mentre gli studi sugli
effetti del'inquinamento si moltiplicano e ci dicono che esso è in grado di fare
delle allergie un'epidemia, che è in grado di modificare il DNA nei bambini, di
incrementare le malattie respiratorie, quelle cardiache fino ai tumori, altri
dicono "voglio arrivare a Bisceglie dieci minuti prima" piuttosto che
"mettiamo in sicurezza le strade esistenti".
Daniele Ostuni/Albairate
Pubblicata Mart, 3 giugno 2014 Anno 13 n°22
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