(da Virgilio Notizie) Vigevano-Malpensa, la superstrada milionaria diventata
un «fantasma» Un’opera da 420
milioni di euro che attraversa due parchi e zone agricole di pregio. Il via
libera incassato quattro anni fa. Sei sindaci chiedono di far partire l’opera.
Le critiche del Fai e del Parco del Ticino. L’Unione europea, intanto, chiede
chiarimenti. Sono passati quindici anni
da quando la superstrada Vigevano-Malpensa ha incassato il via libera dopo la
valutazione di impatto ambientale del 2003 con numerose prescrizioni.
Un’opera
da 420 milioni di euro che attraversa due parchi e zone agricole di pregio,
pensata quattro anni prima per ammortizzare il traffico derivante dalla
realizzazione della terza pista dell’aeroporto che avrebbe aumentato voli e
passeggeri. Della terza pista però non se n’è fatto più nulla ma l’opera
ciclicamente torna sotto i riflettori. Oggi la Vigevano-Malpensa, il cui
progetto nel frattempo è stato stralciato e ridotto a due tratte sulle tre
previste (a saltare è l’arteria che porta a Milano), per un totale di 220
milioni di euro, è uno spettro che si aggira per gli uffici della Regione, dei
comuni, di Anas, del ministero delle Infrastrutture e del Consiglio superiore
dei lavori pubblici.
La contesa tra favorevoli e contrari è
accesa. La pressione politica nell’ultimo anno è salita,
complice anche il cambio di amministrazione ad Abbiategrasso e Magenta oggi
nelle mani del centrodestra, area politica da sempre grande sponsor dell’opera.
Recentemente sei sindaci dei comuni interessati dalla superstrada (Ozzero,
Abbiategrasso, Magenta, Robecco sul Naviglio, Boffalora sul Ticino e Vigevano)
hanno scritto al ministro Graziano Delrio per sollecitare i tempi di
realizzazione dell’opera. A pressare anche Confindustria, in particolare il
versante pavese, che ritiene prioritaria la realizzazione dell’opera
ribadendolo da tempo. Dall’altra parte altri primi cittadini come Michele Bona
a Cassinetta di Lugagnano e Giovanni Pioltini ad Albairate insieme a comitati e
associazioni come il Fai e l’ente Parco Ticino, hanno portato le proprie
istanze fino alla Commissione per le petizioni dell’Europarlamento incassando
un parere favorevole da parte di quest’ultima per la richiesta di ulteriori
approfondimenti e chiarimenti alle autorità italiane.
Del resto proprio a Bruxelles si sono
sottolineati aspetti rilevati pure dallo stesso Consiglio superiore dei lavori
pubblici (Clsp) che ha licenziato il progetto con parecchie
riserve lo scorso luglio. A emergere è soprattutto il fatto che il progetto in
quindici anni non sia mai cambiato, «nonostante sia venuto meno l’obiettivo da
cui è scaturita la necessità dell’infrastruttura, cioè la terza pista di
Malpensa», fa notare la consigliera del Parco Ticino Gioia Gibelli. Gli fa eco
dal Fondo Ambiente Italiano il consigliere Maurizio Rivolta: «Il progetto è
superato dagli eventi oltre che dal tempo. Il mondo è cambiato ma la
superstrada rimane uguale».
Gli appunti più pesanti arrivano però dal
Clsp che ha dato il via libera alla realizzazione di un progetto esecutivo,
mettendo però nero su bianco una serie di rilievi non da poco al progetto
presentato da Anas.
A gennaio il Clsp aveva evidenziato più di
una problematica da risolvere entro la successiva seduta: dalla
«non conformità delle opere» riguardo i punti nodali del progetto, alla
necessità di revisionare il paragrafo «sulle barriere di sicurezza, che
contiene riferimenti normativi vetusti, ormai superati», passando per la
necessità di ulteriori indagini geotecniche in quanto l’opera per un tratto
ricade in «zone definite a rischio idraulico “elevato e molto elevato”». Il
rischio di consistenti varianti in corso d’opera con lievitazioni di costi e
tempi è, dunque, concreto.
Il 27 luglio la terza sezione del Clsp
riprende in mano il dossier, e a leggere il verbale dell’adunanza che
il Corriere della Sera ha potuto visionare, c’è poco
spazio per le interpretazioni. Dall’analisi che gli ingegneri del Clsp hanno
fatto sulle integrazioni di Anas emergono «punti che non hanno tuttora avuto
risposta», tra cui il problema delle aree a rischio allagamento e le mancate
integrazioni sulle previsioni di traffico. Tanto che al momento del voto il
consigliere amministrativo Silvana Messere da parere contrario insieme ai
sindaci di Albairate e Cassinetta. Tutti gli altri sindaci sono favorevoli.
Al termine della riunione il Consiglio
delibera che il progetto «debba essere modificato ed integrato per
essere successivamente sviluppato in un progetto esecutivo da porre a base
della procedura di affidamento». Un parere che, fanno sapere da Anas, il
Consiglio superiore dei lavori pubblici, non ha ancora formalizzato.
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