giovedì 12 gennaio 2017

TANGENZIALE-CASSINETTA E AZIENDA AGRICOLA L'AIA

Lombardia, tangenziale incombe su azienda agricola - I terreni de “L’Aia” sono a rischio esproprio. Altri già sono stati sottratti ai proprietari. L’ennesima inutile tangenziale incombe in Lombardia - FIRMA LA PETIZIONE PEOPLE4SOIL - Quei terreni per loro sono famiglia, lavoro, educazione. Nel granaio i frutti della terra per fare la farina, appese foto in bianco e nero di nonni ancora giovani e sorridenti, nel cassetto la lista delle prossime scuole che parteciperanno alla fattoria didattica. Fra le mani una lettera per spiegargli che i loro terreni saranno espropriati per realizzare “il collegamento tra la Statale Padana Superiore a Magenta e la Tangenziale Ovest di Milano”.  «La prima comunicazione è arrivata nel 2009 e il timore che arrivi una nuova lettera non riesce ad abbandonarci» racconta Anna Baroni.



L’azienda agricola “L’Aia” si trova a Cassinetta di Lugagnano, adagiata sulla sponda del Naviglio Grande, lungo l’asse tra Abbiategrasso e Magenta. All’orizzonte le ville storiche che nel XVIII secolo costituivano le residenze estive dei milanesi, oggi immerse fra fattorie e campi. Tipico comune lombardo dell’epoca romana, Cassinetta è il secondo centro più bello nella provincia di Milano secondo l’associazione “I borghi più belli d’Italia” .

«La Cascina dei Piatti è del 1400, mentre la maggior parte dei restanti edifici risale al 1700» racconta la donna di 68 anni, mostrando i casolari dentro i terreni che la famiglia di Gaetano Negri, terzo sindaco nella storia di Milano, ha ceduto a suo padre e ai suoi fratelli nel 1965. Una cascina di 100 ettari coltivabili con terreni in ben due parchi, quello del Ticino e il Parco agricolo sud Milano, suddivisa fra vari figli e cugini: in altre parole, il sostentamento di un’intera famiglia allargata. «Sui miei 10 ettari ho scelto di fare non solo un’azienda biologica, ma anche una fattoria didattica e un piccolo agriturismo» riprende Anna Baroni. Il percorso per adulti, ma soprattutto per bambini delle elementari, prevede giornate di conoscenza dei frutti di stagione per capire la differenza fra il cibo da supermercato e quello senza pesticidi, ma anche attività alla scoperta del cibo “perduto”, ovvero erbe commestibili ma poco conosciute.

«Abbiamo anche scelto di seminare grani antichi, selezionati da un agronomo nel 1930, per allontanarci dalle sementi delle multinazionali» sottolinea con entusiasmo la proprietaria dell’azienda agricola. Poi la voce si ferma, fra le mani resta quella lettera, il timore di dover lasciare la sua terra. La strada annunciata da Anas dovrebbe attraversare in diagonale il terreno, creando così un collegamento veloce con l’aeroporto di Malpensa. «La cosa più triste è che questa strada non serve a nulla – continua Anna Baroni – Dicono che questa arteria sarà un rapido collegamento verso Milano ma mi spieghi a chi verrebbe in mente, per andare nel capoluogo, di raggiungere prima l’aeroporto di Malpensa?».

Secondo gli agricoltori di Cassinetta, vendere questa tangenziale come la scorciatoia per il capoluogo meneghino non è altro che una strategia per avere consenso e zittire gli agricoltori che dovranno rinunciare alle proprie terre in nome dell’asfalto. Il problema, infatti, non sono soltanto i 17.000 metri quadrati che all’azienda Baroni potrebbero essere sottratti, uniti a quelli già espropriati alle altre proprietà che circondano “L’Aia”, ma il fatto che un’infrastruttura così grande porterebbe «alla distruzione del sistema di irrigazione con le acque risorgive e all’impossibilità di continuare a condurre un’azienda biologica in quella zona». Anche i sindaci stanno facendo cordone attorno a quelle aziende centenarie. «Un tempo i contadini erano più isolati – ricorda Anna – Oggi invece, grazie all’aiuto di molti giovani, abbiamo capito che facendo rete potremmo riuscire ad essere rispettati».


Albairate, Sedriano, Cassinetta, piccoli centri che stanno spingendo per il potenziamento delle strade già esistenti piuttosto che per il consumo di nuove porzioni di suolo. «Spesso, dietro la costruzione di nuove strade ci sono solo interessi economici – conclude la donna – Quando ci interesseremo di cosa mangiamo? Il cibo sano è vita. Dovrebbero solo permetterci di continuare a produrlo».n

di Elisa Murgese  (da La nuova ecologia- 11 gennaio 2017)


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