Caro Fabrizio, quando si parla di superstrada Vigevano Abbiategrasso Magenta
Malpensa mi chiedo sempre una cosa. Per quale motivo tante persone così legate
al loro territorio (come te!) preferiscono il cemento alle soluzioni
alternative? Vero che abbiamo un sistema viabilistico indegno e che andrebbe
sistemato per la sicurezza di tutti ancor prima che per le imprese. Eppure, in
tutti questi anni non si è mai fatto nulla per mettere in sicurezza la SS 526. Nulla di nulla per sistemare l’intersezione tra Magenta e Robecco sul
Naviglio sempre sulla statale dell’est Ticino. Strade dove i gravi incidenti
non si contano, alcuni purtroppo mortali. Se aveva un senso la Boffalora
Malpensa perché collega l’aeroporto all'autostrada A4 e alla ex SS 11 a Magenta
mi chiedo che senso ha oggi spazzare via un bel tratto di campagna tra Castellazzo, Cassinetta e Albairate. Tanto più che, con la superstrada, le vie di collegamento tra questi piccoli paesi, non esisterebbero più. E, per assurdo, se dovrò andare a Castellazzo da Magenta, dovrò per forza passare da Robecco.
Il traffico su gomma è in costante aumento perché i
mezzi pubblici fanno pena. La Milano Mortara è una linea da terzo mondo. E la
superstrada non servirà nemmeno per andare a Milano, quindi il caos sulla
Milano Baggio rimarrà tale e quale. Anzi aumenterà’ perché i treni sono quel
che sono (ovvero una schifezza) e la gente per spostarsi continuerà ad usare
solo e soltanto l’auto. Io sono un no tangenziale senza colore politico perché
amo le mie campagne e sono certo che si possa investire per migliorare
l’esistente e per invogliare la gente a lasciare l’auto in garage.
Non riuscirò
mai a capire per quale motivo sia così complicato fare da Robecco a Magenta in
bicicletta. Se tutti fossimo più rispettosi con l’ambiente e l’auto la usassimo
solo per lo stretto necessario il traffico calerebbe drasticamente e i cittadini
di Robecco non soffocherebbero come oggi, purtroppo, accade. Non
accetterò mai la soluzione della tangenziale e di una strada (chi ha fatto il
progetto vecchio e non più attuale sono certo che il territorio non lo conosce)
che andrà a distruggere uno dei pochi lembi di campagna, ricco di fontanili e
memorie storiche, che ancora ci rimane.
Graziano Masperi
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