mercoledì 4 giugno 2014

LETTERA DI UN CITTADINO ALL'ECO DELLE CITTA' IN RISPOSTA ALL' ART. "LA STRADA"

Spett. Eco della Città intendo fare alcune considerazioni da semplice cittadino in merito all'art. "La Strada"  di Martedì 27 Maggio 2014 a cura di E. Galeazzi. Al di là del dovuto rispetto del dolore per chi ha avuto la perdita di un  congiunto, ai cui esprimo solidarietà umana, occorre a mio avviso fare dei ragionamenti a mente serena. Innanzi tutto vorrei sottolineare che utilizzare il dolore delle persone (come è apparso a chiunque abbia letto l'art.) per sostenere le ragioni del si alla strada, sia cosa da non farsi: non è bello e neppure giusto ma chiedo venia se così non fosse.  

Considerato quanto scritto, ci sovvengono spontaneamente una certa quantità di osservazioni. Seguendo il ragionamento su cui l'articolo ci ha voluto portare, dovremmo pensare che nelle tangenziali o nelle autostrade, dove vi sono gli spartitraffico, le doppie corsie, gli autovelox, i divieti di superare i 90km/h, questi incidenti non accadono. Non avvengono con la stessa o maggiore gravità?  Basterebbero sei, otto Corsie?  E una volta arrivati allo sbarramento estremo della città di Milano che  facciamo? E della politica del trasporto pubblico che tanto ha imperato in tutti questi anni, dal pm 10, alla chiusura totale del traffico, all'eco pass etc, per limitare il traffico  che ne facciamo? Abbiamo scherzato? Proviamo ad andare sulla Milano /Venezia (credo otto corsie) alle ore 8.00 oppure alle 17.00 di un giorno qualsiasi, hanno risolto il problema tutte quelle corsie? Vedremmo il delirio in diretta, la storia della straordinaria follia umana. In tutti questi anni  che ho vissuto nell' Abbiatense mai, dico mai nessuno ha detto no completo alle strade: né i sindaci, né i cittadini, non credo neppure i 14000 che hanno firmato contro la tangenziale, tanto meno le amministrazioni direttamente interessate. 

Hanno sempre parlato di riqualificazione delle strade esistenti, di promozione della politica del trasporto su rotaia, metropolitane, treni-autobus a metano, car sharing, piste ciclabili e via dicendo in un'ottica di umana vivibilità, di buona qualità della vita. Ed ancora: è per caso sorto nella zona un movimento " Sì alle rotonde, togliamo i semafori?  Non mi pare. E del nostro tesoro, del nostro oro verde, del patrimonio agricolo e naturale, dei nostri paesi e dei parchi ereditati,  che dovremmo farne? Barattare tutto per un piatto di lenticchie? Amiamo, amate il nostro territorio perché esso ci ha accolto, ci ha amato, sfamato e ci riempie gli occhi di storia, di bellezza, di verde. Costruire poi l'assioma, c'e stato un incidente grave, quindi  occorre fare un'autostrada a sei corsie a pagamento e una Tangenziale Esterna  nella stessa piccola area del  Parco Agricolo Sud, è una tale forzatura da far torcere lo stomaco a tutte le persone di buon senso. 

Per far dire alla gente "sì alla Tangenziale" , occorre fare viaggiare i pendolari come bestie, con pochi treni, fargli fare lunghe code sulle strade, non bisogna togliere i semafori, non fare le rotonde, non fare le piste ciclabili, occorre snaturare l'umano. Occorre avere una visione non in linea con il patrimonio culturale, agricolo, ambientale ed umano ereditato. Oppure occorre avere degli interessi personali, politici, economici, magari di tangenti visto il panorama odierno di corruttele. E mentre gli studi sugli effetti del'inquinamento si moltiplicano e ci dicono che esso è in grado di fare delle allergie un'epidemia, che è in grado di modificare il DNA nei bambini, di incrementare le malattie respiratorie, quelle cardiache fino ai tumori, altri dicono "voglio arrivare a Bisceglie dieci minuti prima" piuttosto che "mettiamo in sicurezza le strade esistenti". 

 Daniele Ostuni/Albairate 

Pubblicata Mart, 3 giugno 2014 Anno 13 n°22

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