COMUNICATO
STAMPA- MILANO, 7 AGOSTO 2017 - Legambiente: “Presidente del Parco del
Ticino inadatto al ruolo che ricopre, si dimetta” Il via libera alla Vigevano-Magenta
da parte del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici cancella con un
colpo di spugna tutte le analisi di rischio ambientale sollevate da
Legambiente, il Parco Agricolo Sud di Milano, il comitato No Tangenziale – Rete
di Salvaguardia Territoriale e l’Associazione per il Parco Sud Milano
Onlus.
Il progetto
rimane immutato e non ottempera alle prescrizioni sugli aspetti idrogeologici
(in zona classificata ad alto rischio idraulico che riguarda tra l’altro il
tratto in galleria di Albairate), non considera che la variante di Pontenuovo
poggerebbe su terreno alluvionale/paludoso e non aggiunge uno studio di
traffico aggiornato, ma si ferma all’analisi dei flussi che risale al progetto
preliminare del 2003.
Questa
infrastruttura, infatti, apporterebbe un danno al secolare sistema
irriguo del territorio che finora ha permesso agli agricoltori di
avere disponibilità di acqua anche nei momenti di grave siccità, come quello
che attualmente sta vivendo il nostro Paese. Non si pianga sui danni all’agricoltura
se poi si realizzano opere stradali che la distruggono.
«Gli esiti
disastrosi di Teem, Brebemi e Pedemontana non sono sufficienti per Regione
Lombardia che, invece di sostenere le imprese agricole e turistiche davvero
produttive in quest’area, promuove inutili colate di cemento. Tutte queste
autostrade sono state costruite su un’errata analisi dei flussi di traffico,
investimenti pubblici realizzati senza una giustificazione tecnica e senza una
valutazione coerente degli impatti ambientali – sottolinea Marzio
Marzorati, responsabile aree protette di Legambiente Lombardia – Sarebbe
utile, invece, investire nella riqualificazione delle strade esistenti e
soprattutto nel potenziamento e modernizzazione della linea ferroviaria Milano
– Mortara».
Non sono esenti
da responsabilità nemmeno i sindaci della zona, come il primo cittadino di Abbiategrasso, che ha dato giudizio favorevole
senza avere consultato il nuovo consiglio comunale e soprattutto il
Presidente del Parco del Ticino che ha personalmente appoggiato il
progetto, nonostante il consiglio direttivo e l’assemblea della Comunità del
Parco composta da 47 Comuni e 3 Province avessero espresso parere contrario.
«Si tratta di
una grave scorrettezza istituzionale – aggiunge
Marzorati – Torniamo a chiedere le dimissioni del presidente
Beltrami, rivelatosi ancora una volta inadeguato a ricoprire il ruolo che gli è
stato affidato che, lo ricordiamo, è quello di tutelare la biodiversità del
Parco del Ticino e di tutte le attività agricole operanti in questo prezioso
territorio. Questo presidente ci ha abituati ad una amministrazione
superficiale e priva di ogni lungimiranza nella valorizzazione di uno dei
parchi più importanti d’Europa. Inoltre queste infrastrutture creano vantaggi
solo ai grandi centri commerciali a discapito dell’economia locale e delle
piccole attività commerciali e turistiche della zona».
Ufficio stampa
Legambiente Lombardia
Pubblicato il07 agosto 2017
Nessun commento :
Posta un commento