lunedì 14 luglio 2014

APPROVATA LEGGE AMMAZZABOSCHI : DAL PARLAMENTARE PAOLO COVA

(Stralcio art. tratto welfarenetwork.it) La maggioranza che guida Regione Lombardia ha un’idea tutta sua di tutela dell’ambiente e del paesaggio: abbattere senza autorizzazioni, senza piano forestale, senza compensazioni aree boscate di montagna e di pianura. Cioè,il nostro paesaggio che, insieme all’arte e alla cultura, è il nostro vero ‘petrolio”. “E’ stata una scelta irresponsabile che oltre tutto comporterà dei rilievi di illegittimità e di incostituzionalità che abbiamo evidenziato – continua Carra –.
A Maroni e alla sua maggioranza non interessa nemmeno ciò che ha detto la Corte costituzionale, ovvero che ‘caratteristica propria dei boschi e delle foreste è quella di esprimere una multifunzionalità ambientale, oltre a una funzione economico produttiva’.
Qui non si tratta di lasciare che la natura invada le zone agricole, ma di impedire che, con questa scusa, si depauperi un patrimonio importante come quello boschivo, soprattutto in pianura”.Non c’è nessun altro caso del genere in tutta Europa – ha detto Alloni –. Nello stesso tempo, è stato modificato il concetto di bosco di pianura, dove il contesto è diverso e il verde naturale, anche se infestante, è una vera e propria rarità. Se un’area produttiva rimane abbandonata per 15 anni, diventa un’area boscata e, secondo noi, va tutelata. Ma la maggioranza non ha voluto sentir parlare nemmeno di compensazioni”.
News dal Parlamento da  PAOLO COVA
Maroni l’ammazzaboschi
Molti di voi lo avranno letto sui giornali lombardi. La maggioranza di centrodestra che governa la Regione si è autoapprovata una legge che le associazioni non solo ambientaliste – penso al Cai – hanno definito ‘ammazzaboschi’. In sintesi, se finora si poteva tagliare un bosco di montagna, senza autorizzazioni e compensazioni, sebbene allo scopo di recuperarlo a fini agricoli, fino a 15 anni, Lega e compagni hanno portato questo termine a 30 anni. D’altra parte, in pianura, un terreno edificabile a scopo produttivo, abbandonato e soggetto a colonizzazione di piante spontanee, poteva essere ripulito fino a 5 anni dall’inizio del processo, mentre ora si può rasare al suolo il boschetto che ci è cresciuto sopra fino a 15, senza obbligo di compensazioni.
Cosa vuol dire? Che in montagna c’è un liberi tutti al taglio selvaggio, mi verrebbe da dire. E in pianura, tra cemento e campi già coltivati, nessuno si porrà più il problema di spianare radure senza recuperarle altrove. Sono intervenuto dritto nella polemica sollevata dai colleghi consiglieri regionali del Pd contro la maggioranza e l’assessore all’Agricoltura e ho detto che Regione Lombardia non si preoccupa di trovare la causa dell’abbandono dei pascoli e dei terreni fertili, ma ritiene più importante provvedere a somministrare alle sue comunità la solita terapia: consumo di suolo e sfruttamento della natura.
Perché di questo si tratta. Tanto è vero che la legge regionale sul consumo di suolo si è completamente arenata e questa sul recupero delle aree boschive immagina i boschi, che si sono sviluppati su terreni fertili che non vengono più coltivati, come una sorta di ‘fastidio’, ipotizzando di poterli abbattere senza problemi. Allora chiediamoci piuttosto cosa è stato fatto in tutti questi anni con i finanziamenti dei Piani di sviluppo rurale progettati ed erogati da Regione Lombardia, perché se invece di aiutare l’agricoltura a svilupparsi hanno contribuito all’abbandono dei terreni fertili e all’incuria del nostro territorio, significa il fallimento di quei piani di sviluppo.
Ora, per quanto mi riguarda, conto molto sui nuovi Psr che potranno aiutare a recuperare terreno fertile e a salvaguardare il territorio, visto che i fondi sono aumentati per la Lombardia, grazie alla nuova Pac, al Governo Renzi e al Ministro Martina.
Milano, 8 luglio 2014

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